Diario dei laboratori – Il corpo vibrante: dalle percussioni corporee al massaggio sonoro

Report di Federica Sabato

If you want to find the secret of the universe, think in terms of energy, frequency, and vibration” (Nicola Tesla)

Sicuramente la fisica degli anni di Tesla era molto lontana dalla Musicoterapia e dal concetto di corpo vibrante, ma le parole energia, frequenza e vibrazione sono alcune delle parole chiave del laboratorio condotto in maniera eccezionale da Angelo Gramaglia, musicoterapeuta, docente e supervisore tecnico Art.eD.O.

Svoltosi nel fine settimana appena trascorso, il laboratorio dal nome “Il corpo vibrante: dalle percussioni al massaggio sonoro “Le MANI… estensione dell’anima”, è stata un’esperienza a dir poco coinvolgente, esplorativa e formativa.

Il gruppo, come sempre pronto a mettersi in gioco fin da subito, ha accolto con curiosità e piena partecipazione, la graduale scoperta del proprio corpo in una dimensione sonora.

Dopo una breve presentazione, il docente ha “sciolto il ghiaccio” attraverso dei giochi molto divertenti che ci hanno visto assumere nella prima parte le forme di ananas, cocchi, proboscidi ed orecchie di elefante ed emettere suoni incastrati tra loro nella seconda, come se noi membri del gruppo fossimo un solo ingranaggio. In questa fase molto ricreativa, abbiamo sperimentato una piccole dose di quella che può essere considerata l’improvvisazione motoria, verbale e ritmica.

Successivamente il docente ci ha condotto nell’esplorazione e nella scoperta del nostro corpo,  inteso come strumento musicale ritmico. In questa fase sono state protagoniste le nostre mani, che, battendo sulle ossa del nostro corpo, ci hanno permesso di acquisire una percezione vibratoria sia esterna che interna. Dopo questa fase di riscaldamento individuale, abbiamo instaurato una relazione con l’Altro attraverso il contatto, la ricerca e la cura delle mani in coppia, seguita da un massaggio concentrato solo sulla testa ed eseguito con i polpastrelli delle nostre dita. E’ stato un momento di totale benessere nel dare-avere.

Finita questa fase, concentrazione e ascolto sono stati essenziali per immergerci nel viaggio sonoro regalatoci da Angelo. Un viaggio che ci ha condotti in una dimensione psicofisica, a tratti  regressiva, attraverso il suono incantevole di campane tibetane, tam drum e ocean drum prima, e djembe poi. Due produzioni musicali alle quali si deve l’emergere di immagini, colori e sensazioni forti in tutto il gruppo.

Nella seconda parte della giornata, protagonista diventa la nostra voce, il nostro strumento più intimo. Partendo dall’emissione di vocali sotto forma di suono e la giusta postura della testa corrispondente all’apertura o alla chiusura delle vocali intonate, siamo arrivati alla tecnica del canto armonico, sviluppata sia individualmente, sia in coppia con la testa poggiata sulla spalla del nostro compagno. Il risultato è stato quello di una melodia acuta e leggera, ma molto penetrante. Sorprendente è stato anche, sentire attraverso le voci l’eco di alcuni strumenti musicali.

In seguito, per concludere, ci siamo deliziati con due  improvvisazioni: una musicale, con la quale abbiamo creato un dialogo sonoro, ed un’altra vocale, mediante una lingua da noi inventata, attraverso la quale abbiamo cercato di esprimere principalmente amore e rabbia.

Il tutto seguito da una verbalizzazione positiva del lavoro svolto e da una grande voglia di ricominciare da parte di tutti noi.

La seconda giornata è iniziata con altri giochi, questa volta un po’ più tecnici, dedicati alla coordinazione motoria e all’attenzione nel riprodurre i gesti proposti, mirati dunque alla scoperta delle sonorità del nostro corpo in una sequenza logica corporale. Divisi in tre gruppi e sempre condotti dal docente, abbiamo eseguito ed incastrato diversi ritmi attraverso mani e piedi, per poi sperimentare la body percussion in un dialogo con l’Altro: schioccare le dita, battere mani e piedi, battere le mani sul petto o su altre parti del corpo, come ad esempio le guance, sono alcune delle tante possibilità d’esecuzione scelte.

Successivamente, ci siamo letteralmente immersi in un bagno sonoro, una sessione di gruppo che ci ha visto distesi intorno ai tamburi e alle campane tibetane, pronti per essere abilmente suonati dal docente.

E’ stato come se le vibrazioni ed il profondo rilassamento, ci avessero condotto in uno “stato di coscienza separato”, totalmente diverso da quello che solitamente viviamo nella nostra quotidianità, grazie al quale l’inconscio personale e collettivo si è trasformato in una serie di emozioni, immagini e simboli. E’ stata un’esperienza che ci ha “attraversati” e grazie alla quale siamo entrati in contatto con le parti del nostro sé più profonde; proprio per questo, alla fine del bagno sonoro, il docente ci ha consigliato di uscire dalla stanza per camminare e riflettere, senza parlare tra noi, un modo forse per rimanere in contatto con il nostro io e cercare di armonizzare il vissuto emerso.

Dopo una ricca verbalizzazione, abbiamo proseguito con la tecnica del massaggio sonoro, questa volta applicata su tutto il corpo. In coppia, dopo aver assistito ad una dimostrazione, abbiamo ricevuto e donato al nostro compagno percussioni leggere e vibrazioni, capaci di dare intense sensazioni di benessere e rilassamento. Solo alcuni di noi hanno concluso il massaggio con l’utilizzo delle campane tibetane o dei tamburi poggiati direttamente sul corpo, a causa del numero degli strumenti a disposizione, ma in compenso tutti abbiamo provato singolarmente la suggestiva immersione nelle vibrazioni date dai tamburi disposti intorno a noi ad una vicinanza notevole, meglio dire del tutto intima, che ha permesso alle vibrazioni di danzare e fluire al nostro interno donandoci pulsazioni evocative.

Il docente poi, ha messo a nostra disposizione alcune delle sue esperienze e conoscenze in ambito clinico, dandoci giusti spunti riguardo le tecniche percussive utilizzabili in base al contesto e all’utenza. La sua grande passione ed il suo essere estremamente generoso e pronto alle nostre richieste, hanno fatto si che il laboratorio non terminasse con l’orario prestabilito, ma con la nostra soddisfazione per esserci spinti fino in fondo, guidati dalla curiosità e dalla voglia di fare e conoscere.

Ancora oggi sento vibrare il mio corpo, mosso dalla ricchezza di contenuti ed emozioni provate durante tutto il laboratorio, donatemi sia dal mio bagaglio personale, sia dal meraviglioso gruppo che è riuscito a mettersi sulla stessa frequenza del mio cuore.

Spero di aver contribuito a far  vibrare un pochino tutti voi!



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