Diario dei Laboratori – La tecnica della fiabazione

Report di Lidia Trenta

Il laboratorio sulla tecnica della fiaba-azione, preceduto da un incontro introduttivo presso la sede centrale di Artedo e svoltosi nelle giornate del 9 e 10 maggio u.s.,  nella tranquillità della sede della Casa Pastor Bonus di Lecce, è stato particolarmente interessante e coinvolgente.

Dopo la presentazione al gruppo ed il riscaldamento iniziale finalizzato all’attivazione corporea, abbiamo iniziato la prima giornata con un lavoro autobiografico che, partendo dalla ricerca e riflessione sull’origine del nostro nome (perché abbiamo questo nome e cosa significa), la descrizione di un aneddoto legato alla nostra famiglia, passando per il disegno della prima cameretta (ho scoperto che molti sono degli architetti d’interni!), è approdato al disegno del proprio personale crocevia di vita, che spesso ricordava il Grande Raccordo Anulare di Roma all’ora di punta!

Ci siamo poi cimentati – è proprio il caso di dirlo! – nella realizzazione, ad occhi bendati, di un manufatto con il das, che fosse la rappresentazione plastica della nostra immagine corporea e permettesse di esprimere la reale percezione del sé corporeo, limitando le possibili autocensure. E qui ci sono state alcune conferme, ma anche numerose sorprese: abbiamo scoperto che in questo gruppo c’è chi si sente farfalla, chi un simbolo alchemico, chi si rappresenta leggero come una piuma, chi stabile come una roccia, chi ancora come un gomitolo aggrovigliato, insomma ce n’è per tutti i gusti!

Una volta sopravvissuti alla rivelazione dei nostri sé più profondi, nella seconda giornata il conduttore – ancora non pago – ci ha fatto trovare, al nostro risveglio dalla fase di rilassamento, nel bel mezzo di un cerchio magico formato da cento immagini rappresentanti personaggi ed elementi naturali tra le quali abbiamo scelto la sola immagine che ci risuonava dentro, attraverso la quale ci siamo tuffati nella costruzione di una fiaba con tanto di incipit “C’era una volta…” e nella quale abbiamo forgiato e seguito il personaggio principale nelle sue peripezie, abbiamo potuto conoscere il nemico, abbiamo superato le difficoltà che l’antagonista frapponeva alla felice soluzione della nostra fiaba personale.

Personalmente, non vedo l’ora di partecipare alla seconda parte di questo percorso, in cui verranno sviluppate le attività sul collage della propria autobiografia immaginaria, sulla fiaba collettiva e sulla drammatizzazione finale,  e durante la quale il conduttore ci ha promesso che avremo la possibilità di incontrare la nostra Ombra…



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